da”The Plantsman” RHS

Su licenza dell’editore Mike Grant

Il genere Clerodendrum è molto ampio: in Europa è coltivato da più di 200 anni e nel suo paese di origine da molto tempo prima.

Le specie sono molto variabili nella forma e nel colore delle infiorescenze, delle foglie e dei frutti. I sottili fiori tubulari con lunghi stami facilitano l’impollinazione da parte delle falene e delle farfalle. I colori brillanti dei calici e dei pedicelli facilitano la fecondazione e la dispersione dei frutti. La loro evoluzione ha portato ad una grande diversità di forme e di colori, tanto da renderli molto interessanti dal punto di vista ornamentale.

Le nuove ricerche nei paesi di origine del genere riformano la nostra concezione di questo gruppo. Molte di esse hanno portato al passaggio del genere dalla famiglia delleVerbenaceae a quello delle Lamiaceae ( Wagstaff & Olmstead, 1998 ).

Questo articolo delinea il ricco background storico sulla coltivazione delle varie entità, chiarisce i recenti sviluppi delle nostre conoscenze e fornice un quadro delle specie più importanti e facilmente reperibili.

GUARDANDO I PROBLEMI PRECEDENTI

Sfortunatamente,il genere Clerodendrum, come molte altre piante coltivate, ha sofferto molto per una cronica e diffusa mancanza di corretta identificazione. Nello stesso tempo vi è stata una profonda incomprensione dei limiti di genere e di specie. Una serie di studi condotti negli ultimi dieci anni ha mostrato che tutte le specie americane e molte di quelle africane e asiatiche erano state erroneamente incluse in Clerodendrum e sono attualemente attribuite a generi vicini ( Yuan et a., 2010 ). Ad esempio una delle piante africane, ora chiamata Rothecamyricoides ( syn. CmyricoidesCugandense ), è ampiamente coltivato, frequentemente, con il nome C. myricoides ‘Ugandense’.

Una valutazione del numero delle specie varia enormemente tra 200 ( Riffle, 1998 ) 350 (Fayaz 2011 ) e 450 ( Wann, 2000 ). Stiamo lavorando per chiarire l’identità dei numerosi nomi pubblicati con i nostri collaboratori della Royal Botanic Gardens, Kew. Infatti ci sono più o meno 150 specie, e forse altre potrebbero essere scoperte in regioni inesplorate. Il fatto di avere più nomi per una determinata pianta era spesso dovuto alla scarsa letteratura disponibile ed alla mancanza di materiale comparativo.

Alcuni raccoglitori, inoltre, avevano descritto ogni pianta con una piccola variazione come una nuova specie per ambizione personale.

L’epiteto speciosum è stato utilizzato quattro volte per la descrizione di nuovi taxa di Clerodendron fra il 1866 e 1894. Nomi non validi e incerti sono usati spesso in riviste, libri divulgativi e websites, e naturalmente questo perpetua errori e crea confusioni sia tra i tassonomi sia tra gli orticultori, e fa sì che una stessa pianta sia propagata e commercializzata con diversi nomi oppure identificata erroneamente.

Recenti revisioni delle specie africane ( Verdcourt 1992 ) dell’America tropicale ( Yuan et al., 2010 ) e della Malaysia ( e.g. Wearn &Mabberley, 2011b ) ci hanno permesso di fare chiarezza sulle nostre conoscenze.

SUCCESSO DELLE PRIME INTRODUZIONI E SUCCESSIVE ASPETTATIVE

Il primo Clerodendrum introdotto nel Regno Unito fu C. fortunatum nel 1784 dall’Asia sud-orientale. Esso venne seguito nel 1790 da C. chinense ( con il nome di C.fragans ) e sei anni dopo dalle specie C. fortunatum e C. infortunatum. Mentre C. fortunatum, “l’albero portafortuna”,era venduto nel sud della Cina per curare lividi e altri usi medici, C. infortunatum doveva il suo nome alla superstizione che portasse sfortuna.

L’arrivo del nuovo genere era cominciato, ed era poi culminato in un totale di 56 specie, alla fine del XIX secolo. ( Wright & Dewar, 1894 ).

Questi nuovi “glorybowers”, come si cominciava a chiamarli, erano regolarmente esibiti quali novità alle mostre orticolturali. Nel momento in cui divennero più diffusamente coltivati, vennero creati nomi vernacolari.

Quindi è importante ricordare che delle 56 specie citate da Wright &Dewar, 13 sono ora considerate sinonimi, mentre li su un minor numero di specie con la scelta delle più belle. 8 specie sono state eliminate dal genere. Anche il numero delle specie commercializzate è diminuito significativamente. Ci sono 9 specie e 5 cultivars nelle liste del RHS Plant Finder 2012-2013, ma una ( C.myricoides ) è stato trasferita al genere correlato Rotheca.

E’ come se il costo per coltivare queste novità, confrontato con la richiesta del mercato, facesse concentrare gli sforzi orticolturali, su un minor numero di specie, con la scelta delle più belle

Storicamente la chiusura di alcuni famosi vivai vittoriani, speciali delle piante ornamentali, determinarono la loro perdita del loro reperimento. Entro le prime due decadi del ventesimo secolo il commercio delle piante ornamentali perse importanti fonti di approvvigionamento di novità, con la chiusura di molti vivai famosi: fra questi: James Wimsett, Chelsea(Ashburnham Park Nursery, chiuso dal suo figlio Henry nel 1907, Lucombe Pince et Co, Exeter ( chiuso nel 1912 ), Sir Harry Veitch, Coombe Wood, Surrey ( il terreno venduto nel 1914 ) e William Bull, Chelsea ( venduto dal figlio Edward nel 1920 ). Il passaggio generazionale quando gli eredi non avevano le stesse capacità dei padri e lo scoppio della prima guerra mondiale portarono all’inevitabile declino; inoltre l’aumento del prezzo del carburante e del costo della manodopera contribuirono alla fine dell’introduzione di nuove specie. Fortunatamente oggi molte specie meno conosciute sono mantenute nelle collezioni da vivai specializzati in ogni parte del mondo.

COLTIVAZIONE DELLE SPECIE PIÙ CONOSCIUTE

Il valore ornamentale di molte specie di Clerodendrum è apprezzata oggi come lo era cinquanta anni fa, mentre quattro di esse hanno avuto il premio come piante ornamentali da giardino dalla Royal Horticultural Society anche per la loro resistenza alle basse temperature. La scala di resistenza varia da s H1a ( 15 gradi ) a H4 ( -10 gradi ).

Indipendentemente dalla loro resistenza al freddo gli esemplari di Clerodendrum preferiscono un terreno umido ma drenato al sole e riparato dai forti venti. La riproduzione può essere effettuata sia per talea che da seme. Sono resistenti alle malattie eccetto che al ragno rosso se coltivati in serra. Le specie descritte qui di seguito sono le più comuni e si trovano sulla lista del RHS Plant Finder; per le altre si citano i vivai dove forse possono essere reperibili.

C.bungei ( syn.C.foetidum ). H4

Questa specie è originaria della Cina fino a Taiwan ed è resistente al freddo.Gli esemplari furono introdotti in Inghilterra dalla Cina da Robert Fortune intorno al 1850 e coltivati dal vivaio Standish & Noble a Sunningdale nel Surrey. In luoghi dove le temperature invernali sono molto rigide è bene coltivarli in una posizione riparata o in alternativa come piante da interno. I fiori sono profumati e riuniti in infiorescenze compatte rosate che ben contrastano con il verde scuro del fogliame. Raggiungono l’ altezza di mt.1,80 e si allargano da polloni radicali. Si consiglia la potatura ogni primavera.

C. chinense ( syn, C. fragrans, C. philippinum). H1a

Questa specie è probabilmente nativa dal sud della Cina e dalle Filippine e non resiste alle basse temperature. Di solito viene coltivata la variante che porta infiorescenze terminali a fiore doppio con un profumo molto intenso e un colore che va dal bianco al rosa pallido. Può raggiungere i 2 metri di altezza ha foglie verdi scure.Si sviluppa molto abbondantemente con getti radicali.

C. paniculatum. H1a

Introdotto da Java nel 1809 (Wright & Dewar, 1894), è sensibile alle basse temperature ma è molto ornamentale.Produce delle infiorescenze terminali fino a 45 cm di lunghezza portando numerosissimi fiori il cui calice varia dal rosso all’arancio con le corolle bianche. Le foglie sono larghe, lobate. Può raggiungere i 3 metri di altezza. Si propaga facilmente sia da getti radicali sia da talea. In coltivazione generalmente i semi non si sviluppano. Esiste anche una selezione di C paniculatum. “Album” (coltivato con il nome di C.citrinum, ora sinonimo della cultivar “Album”, che ha le corolle che vanno dal giallo limone al crema e gli steli dell’infiorescenza verdi. Nonostante la specie sia facilmente reperibile negli USA, specialmente in Florida, in Inghilterra non ne abbiamo trovato nessun fornitore.

C.quadriloculare. H1a

Questa specie originaria delle Filippine e della Nuova Guinea, fu introdotta in Inghilterra alla fine del diciannovesimo secolo. I fiori, raggruppati in infiorescenze, sono di colore bianco e rosso con la corolla portata su di un lungo tubo. Le foglie da ellittiche ad ovali, sono versed scuro superiormente, e spesso hanno la pagina inferiore è di color porpora. In Inghilterra C.quadriloculare si trova solo in un vivaio in Cornovaglia ( Cross Common Nursery )

C.speciosissimum (syn. C. buchananii erroneamente C.fallax. H1a

Questa specie fiorì per la prima volta in Europa nell’ agosto del 1835 nel vivaio di Van Geert di Ghent in Belgio, e poco dopo fu portata in Inghilterra. Una pianta fiorita era stata raccolta nel Syon Park, Middlesex nel luglio 1843 (altrimenti chiamata C.fallax da John Lindley). L’infiorescenza dai fiori rossi contrasta fortemente con le larghe foglie cordiformi di color verde scuro, che rendono questa specie assai popolare per la coltivazione in serra. Gli esemplari possono raggiungere un’altezza di 3 metri e richiedono un terreno umido. Si propagano facilmente da talea e da getti radicali. Le specie che si trovano in commercio possono avere nomi diversi: C.buchananii,C.fallax Lindl, C. blumeanum Schauer sono tutte riferibili a C.speciosissimum Van Geert ex Drapiez.

C. x speciosum.H1a

Questa specie fu descritta e messa in vendita dal vivaio di William Bull a Chelsea nel 1869. Essa è un ibrido della specie africana C.splendens con la specie asiatica C.thomsoniae. Quest’ultima assomiglia molto di più alla specie asiatica ma ha fiori più piccoli e di color rosa brillante. Sia l’ibrido sia C.thomsoniae sono ideali per la coltivazione in serra. Ambedue hanno bisogno di molta umidità e di una temperatura minima di 15 gradi e sono reperibili nei vivai ‘The Old Walled Garden, Kent’ e ‘Hill House ,Devon’.

C.splendens.H1a

Si tratta di un vigoroso rampicante introdotto dalla Sierra Leone nel 1839. I fiori sono scarlatti, portati in infiorescenze terminali mentre le foglie sono spesse, di forma ovale e di colore verde scuro e portate da corti piccioli. Benchè i fiori siano simili a quelli di C. speciosissimum, la forma delle foglie e il portamento rampicante lo distinguono. Ha bisogno di un esposizione in pieno sole, terreno umido e temperatura di almeno15 gradi. Si propaga per seme o per mezzo di talee erbacee. Si trova nel vivaio di ‘The Old Walled Garden, Kent’.

C.thomsoniae (syn C.balfourii)

Questo popolare rampicante fu introdotto in Inghilterra dall’Africa dell’ovest nel 1861. La corolla rossa è portata da un largo calice bianco e le foglie ovali color verde scuro rendono la pianta molto decorativa. La coltivazione è simile a quella che si ha per C. x speciosum.

C.trichotomum. H4

Questa specie fu introdotta dal Giappone nel 1800, è decidua (perde le foglie di inverno), resiste alle basse temperature. E’ la più coltivata nei giardini del nord Europa. Si tratta di un piccolo albero o cespuglio dalla forma arrotondata. La fioritura avviene in estate con fiori dalla corolla bianca e il calice rosso .Dall’ inizio di agosto si hanno i frutti nero violacei, spesso insieme con i fiori, a rendere la pianta molto decorativa. Le foglie sono lanceolate e più piccole che nelle altre specie e se vengono strofinate emettono uno sgradevole odore di burro di arachidi andato a male.

UNO ”SPLENDORE PERSO”

Molte specie di Clerodendrum non sono più in coltivazione né in Europa né in America. Tra queste ne citiamo due che hanno un alto valore ornamentale e potrebbero essere candidate per una reintroduzione:

C.japonicum var. bethuneanum(syn C.bethuneanum)

Questa specie fu trovata nel 1844 da Hugh Low nel Borneo dove era andato per raccogliere piante per il vivaio della famiglia a Clapton, Londra. Trovò la pianta lungo le rive del fiume Sarawak. È una pianta sensazionale con grandi infiorescenze rosse e grandi foglie a forma di cuore. Fu riprodotta da vari vivaisti dal 1847 sino alla fine del diciannovesimo secolo. L’ultimo vivaista che propose questa pianta fu Veitch che la classificò sotto l’ erroneo nome di C, kaempferi poi diventato sinonimo di C. japonicum. Attualmente Clerodendrum japonicum var. bethunneanum è coltivato nel sud est asiatico ma non in Inghilterra e in nessun’ altra parte dell’ emisfero nord.

C.rumphianum

Questa specie è stata un po’ dimenticata da quando fu descritta nel ”Mercante di Ambon ”di Eberhard Rumphing oltre 250 anni fa. La data d’introduzione in Inghilterra risale al 1887 ( Nicholson 1900 ).Tuttavia uno di noi ( JW ) fu assai sorpreso quando rivedendo le carte del materiale coltivato nell’erbario di Kew gli capitò in mano un foglio di erbario con etichetta accanto al campione che diceva ”Clerodendrum rumphianum,340/1881 ( 340mo campione classificato nel 1881 ) Java, Palm House, Kew 1896 ( data di fioritura ).L’ esemplare ricevuto da Kew dal giardino botanico di Buitenzorg ( oggi Bogor ) di Giava, fu classificato come C.rumphianum. Per sei anni fu classificato come tale ma la classificazione era errata all’origine, poiché in verità si trattava di C.indicum, una specie piuttosto diversa da C.rumphianu. Paradossalmente questo errore è un esempio relativo ad errori nella classificazione, che si rilevano anche nei giardini botanici prestigiosi. Cinque anni dopo l’autentico C. rumphianum veniva offerto dal vivaista William Bull di Chelsea. Fu con ogni probabilità acquistato dal giardino botanico di Giava poiché questa specie è nativa dell’isola Moluku ( isole Molucche ),Indonesia. Assai poche spedizioni botaniche si sono avventurate in questa regione: fanno eccezione i Fairchild Tropical Garden Expedition(spedizione Chang Ha)nel 1940, e più recentemente nel 1970 ( ricerche etnobotaniche di Roy Ellen dell’università del Kent ). Tuttavia furono fatte solamente tre raccolte di probabile C.rumphianum ma fino ad oggi, però nessuna è stata confermata come C. rumphianum. Molti superlativi sono stati usati per descrivere questa specie. Il cacciatore di piante americano Hugo Curran, un socio della spedizione di Fairchild Tropical Garden, lo descrisse come “la specie più fantastica che avesse mai visto di questo genere, con vistose infiorescenze a spiga “mai viste”. ( scritto in una annotazione allegata alla sua collezione di una pianta che pensava essere una nuova specie proveniente dall’Isola di Manipa in Indonesia, nel 1940). Il botanico Harold Maldenke ( 1938 )la descrisse come” la specie più notevole e distinta”. Purtroppo, però,sembra scomparsa nelle coltivazioni dell’occidente.

Gli appunti di David Fairchild, capo della spedizione del 1940 e le annotazioni nel diario del fotografo della spedizione Edward Beckwith ( conservati al Giardino Botanico Tropicale Fairchild in Florida ) sono affascinanti, perché mettono in evidenza le minime differenze che vi sono tra successo e insuccesso nella propagazione delle piante tropicali. Le annotazioni descrivono un sopralluogo nella foresta lungo la costa nord orientale dell’isola di Manipa dove Curran scoprì, con sua gran gioia, spighe di fiori color rosa/rosso scuro sopra grosse foglie di cespugli bassi. Curran annotò che alcune di queste piante crescevano entro 300 metri dal mare, sul confine di una zona paludosa in cui cresceva la palma “sago”. Desideroso di non perder l’opportunità di propagare questa magnifica specie, Fairchild insisteva affinché Beckwith portasse a bordo il più presto possibile il prezioso materiale che sfortunatamente appassì per il tempo passato sulla spiaggia in attesa dei colleghi intenti a perlustrare altre zone. Fairchild annotò: ”non fu possibile approdare in Florida con materiale vivo poiché non vi erano frutti maturi sulle spighe.”Curran prese 2 piante e 25 semi ma, siccome i frutti non erano maturi solo un seme germinò. Non sopravvisse nessuna pianta di C. rumphianum e perciò non fu mai fu possibile aggiungere material vivente alla collezione al Florida Garden ( Marilyn Griffith, pers. comm. ).La stupefacente infiorescenza a forma di spiga piramidale consiste di molte brattee rossastre e fiori color carne che diventano rossi col passar del tempo. Considerando la ristretta area di distribuzione è importante reintrodurre in coltivazione questa bella pianta e attivarsi per far sì che prosperi nel suo areale.

CONCLUSIONE

Non è stato mai così importante il bisogno di comunicazione tra esperti e lettori comuni attraverso lo scambio di informazioni dall’alto verso il basso e l’impegno diretto del pubblico.Mentre invece tra i botanici che studiano la flora selvatica e gli orticultori si è formato un apparente spartiacque in fatto di trasferimento delle conoscenze. Moldenke ( 1938 ) evidenziò tempo fa questo fatto, e scrisse che le piante coltivate erano considerate come paria dai botanici. Questa divisione deve essere risolta una volta per tutte. Se non ci si coordina e non si usa la stessa nomenclatura non sarà mai possibile coordinare la conservazione, la coltivazione e il controllo delle malattie. Il genere Clerodendrum è certamente un affascinante .

Il primo autore ( JW ) non dimenticherà mai il suo primo incontro con queste piante avvenuto in una densa foresta del Borneo seguendo le orme di Hugh Low, quando rimase ipnotizzato alla vista di ciò che stava scoprendo, un color rosso brillante tra il verde lussureggiante della foresta vergine. Speriamo di esser riusciti a mettere in evidenza un genere poco preso in considerazione.

Bibliografia

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Gli autori

Dr James Wearn è un botanico specialista in ecologia e piante tropicali nell’Erbario, libreria , arte, ed archivi al Royal Botanical Garden a Kew Inghilterra
Email;  j.wearn@kew.org
Prof.David Mabberley è un tassonomista e storico botanico, e Direttore esecutivo al Royal Dotanical Garden&Demaine Trust a Sydney in Australia

Note sull’articolo,
di Ursula Salghetti Drioli Piacenza
A fronte di questo articolo vorrei suggerire ai soci italiani che abitano nella fascia climatica dell’Arancio ed agli Inglesi che abitano in Riviera di tentare la coltivazione di queste piante.
Sarebbe molto interessante comunicare poi sul bollettino i successi o gli insuccessi ottenuti. Ormai con Internet è facile individuare vivai specializzati dove trovare specie di Clerodendrum, sotto forma di piante o semi.
Con questa sperimentazione si potrebbe fare del genere Clerodendrum con le sue stupende specie una nuova introduzione per abbellire i nostri giardini.